“Un giorno, o l’altro” di Tommaso Borrelli, un romanzo attuale dove emerge la figura dell’antieroe specchio dei tempi nostri


di Sara Barone



In “Un giorno, o l’altro” di  Tommaso Borrelli,  Kairòs Edizioni, lo scorrere lento del tempo in una realtà di provincia napoletana; il ronzio del conformismo che dilaga nella società contemporanea; l’insoddisfazione mista a irritazione provata da un ordinario insegnante di scuola zavorrato dalla vita, stanco delle convenzioni, cinico nei confronti della collettività e pressoché restio a seguirne le mode e le consuetudini.
Il mondo del protagonista, in questo viaggio fatto in prima persona, è intriso di elementi tanto nostalgici quanto impudenti. Un universo di pensieri che si incatenano l’un l’altro, dando vita all’esistenza di un uomo che, indossando una maschera di insensibilità, cela dentro di sé una persona sconfitta e lacerata dalla piattezza e dalla banalità di una esistenza grigia.
Ma egli non è un eroe, non combatte, resta fermo al punto di partenza con continui flashback in un famigerato ‘periodo felice’, con tutti gli innumerevoli ‘se’ e ‘forse’ di un futuro che avrebbe potuto avere una prospettiva differente ma che, ormai, sovraccaricato dalla responsabilità coniugale, dalle convenzioni, dal pregiudizio e dai rimorsi, può essere soltanto immaginato.
Così, le personali fantasie del protagonista conducono il lettore all’interno della sua esistenza, dove egli, pur non mostrando apertamente alcun lato di sé, permette di farsi conoscere attraverso le sue esperienze, i suoi tradimenti, le avventure e i sotterfugi per scampare all’idea di star consumando la propria esistenza senza entusiasmo e senza uno scopo.
Nel suo “mondo polveroso di libri e strutture che non valgono più a nulla”, nel suo universo di menzogne alla moglie Anna, egli è come un nomade in cerca di nuovi sensi e sfumature.
Lo ritroviamo ora con Stefania, intrecciati, come due barbari esiliati dal contesto comune cittadino; ora con Laura, i cui occhi verdastri colorano le sue voglie più terrene; ora, poi, con la giovane Ivana, che nel suo misto di timidezza e impudenza colma un ulteriore spazio vuoto.
Eppure costoro, così come Mirella, Rossella, Carmen, Olimpia, Francesca e forse anche la stessa Anna, altro non sono che placebo per la sua debole anima.
Tutte, tranne Alice.
Non occorre il ritrovamento di un cartoncino colorato, il suo primo regalo, per ricordargli che tutta la sua esistenza si è nutrita di lei, dei suoi gesti e del suo volto, come fili conduttori. Così come non basta un matrimonio, un’amante, un monolocale ben arredato e un lavoro soddisfacente per ricomporre i pezzi della propria storia.
Tommaso Borrelli
Alice Beretta è per lui “un condensatore di eventi e migrazioni” ma, anche e soprattutto, l’unico nome in grado di scatenargli un surplus di emozioni e sensazioni anche a distanza di anni.
La ricerca di Alice diventa così tentativo di riscoperta di se stesso, in un continuo dialogo circolare tra la mente e il cuore del protagonista, tra il suo manifesto cinismo e la sua celata nostalgia. Il lettore lo segue, forse vorrebbe spronarlo o magari distoglierlo da questo cammino.
“Un giorno, o l’altro” è forse proprio questo: un sincero confronto con una realtà che non si vuole accettare. Un romanzo attuale, in cui la figura dell’eroe viene completamente ribaltata, lasciando spazio a quella di un antieroe pirandelliano, incapace di muoversi e carente di forza propulsiva, ma non per questo privo di dinamismo e di grande intelletto.
Le pagine di Tommaso Borrelli trascinano in un microcosmo di pensieri che forse appartiene a molti più individui di quanti si possa immaginare, e lo fa attraverso una scrittura tersa, a tratti tagliente, intenta a creare, nella mente del lettore, l’esatto profilo e l’immagine dettagliata non tanto del protagonista e dei personaggi, quanto piuttosto dei suoi pensieri, paure, desideri e sensazioni.
Una storia autentica, schietta e senza fronzoli.


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