La Meridiana della Villa Comunale

di  Rita  Felerico

Il passato è ovunque. Getta ombre sul nostro cammino. Ma non tutte le ombre vengono per nuocere. Nell’ombra ho avuto il mio primo incontro con l’anima. Ho imparato a riconoscerla in quella degli alberi, della pietra e persino in quella di un granello di sabbia. L’ombra è l’anima allo scoperto delle cose. Senza di essa non vi è resistenza. Per questo si teme l’ora meridiana, l’ora in cui il sole traccia una verticale sulla terra, l’ora in cui l’anima si rintana nei corpi. Chi non fa ombra non esiste…”.

Sono versi di un poeta lucano, Domenico Brancale, tratti da un suo bellissimo libro: Dovunque acqua sia voce.  Mi sono sembrati perfetti per parlare del restauro della Meridiana della Villa Comunale, non solo come operazione di recupero dell’antico obelisco in piperno progettato dall’arch. Stefano Gasse, ma per descrivere l’amorosa tenacia con la quale l’associazione Friends of Naples Onlus, coinvolgendo enti pubblici, Istituzioni e privati porta avanti la sua mission - dare nuova vita a Napoli- attraverso la bellezza.

Vari sono stati nel tempo - dal 2018 – gli interventi realizzati, tutti di grande respiro, dal restauro dell’affresco di Mattia Preti su porta San Gennaro agli interventi alla Cella di San Tommaso all’interno del Convento di San Domenico Maggiore, solo per citare due esempi. In corso è il restauro del sorprendente monumento funebre di Don Pedro di Toledo, nella Basilica di San Giacomo degli Spagnoli. Quello della Meridiana rivela la sensibilità con la quale Friends of Naples, dal Presidente Alberto Sifola ai soci, guardano alla città, prestando attenzione a luoghi e oggetti di non apparente attrazione.

E meritoria è l’azione condivisa messa in atto dall’Associazione per la realizzazione dei suoi progetti, che non riguarda solo il Comune, le Soprintendenze, ma anche -come nel caso della Meridiana – di realtà culturali che per fortuna nella nostra città sono attive e forse poco conosciute dal grande pubblico.  Mi riferisco al contributo dato dalla Sezione Gnomica dell’Unione Astrofili Napoletani presieduta da Edgardo Filippone.

L’elegante  cartellina informativa data alla stampa, ricca di tanti contenuti, conteneva infatti due  interessanti  schede redatte  dall’UAN, una su Le ore del Sole a Napoli- orologi solari e meridiani nella Città del Sole che al suo interno  ha una mappa di rilevazione degli orologi solari e meridiane a Napoli e l’altra, in foglio leggermente cartonato, oltre a illustrare la storia della Villa, dell’obelisco come indicatore del tempo si trasforma anche – piegandola e tagliandola – in una vera e propria Meridiana.

La storia dello Gnomone della Meridiana – alto ben 10,43 m. – risale agli inizi del XIX secolo, voluto per abbellire il giardino settecentesco, spazio per godere della bellezza e dei suoni del luogo, ricco di statue, fontane e verde. Il restauro dell’obelisco ha permesso di ricollocare al suo posto e restaurata la meridiana sferica posta all’apice dell’obelisco, custodita nei depositi comunali. Restaurata anche la linea meridiana, una striscia di marmo bianco composta di vari segmenti, affiancata ai due lati da lastre di piperno.

Necessaria una passeggiata, dunque, possibilmente anche con studenti, per riavvicinare la città e la sua storia alla vita dei suoi abitanti, leggendo il pannello descrittivo voluto dall’Associazione e dall’UAN, imparando a leggere l’ora attraverso l’ombra della luce. Impariamo: “La linea meridiana è definita da una striscia di marmo bianco composta di vari segmenti, affiancata ai due lati da lastre di piperno. Quando l’ombra dell’obelisco generata dal Sole cade esattamente sull’asse della linea meridiana vuol dire che è il Mezzogiorno Vero del luogo ed il Sole ha raggiunto la massima altezza sull’orizzonte per quel giorno. Il Mezzogiorno Vero differisce da quello dei comuni orologi di una quantità variabile ogni giorno, detta equazione del tempo. La lunghezza dell’ombra dello gnomone sulla linea meridiana varia col variare delle stagioni. Nel giorno del solstizio d’estate l’ombra raggiunge la distanza minima dall’asse dell’obelisco pari a 3,27 m; nei giorni dell’equinozio di primavera e di autunno l’ombra si allunga a 9,01 m e nel giorno del solstizio d’inverno raggiunge la distanza massima di 21,65 m. A seguito però di lavori di risistemazione della Villa Comunale dopo l’installazione dell’obelisco, la linea meridiana è stata interrotta alla distanza di 16,05 m dall’obelisco, col risultato che dalla prima settimana di novembre a circa metà febbraio l’ombra della sfera gnomonica si proietta sulla sede stradale al di là del parapetto della Villa Comunale sul piano stradale della Riviera di Chiaia. Questa situazione non è limitativa per l’uso della meridiana al fine di determinare il Mezzogiorno Vero Locale”.   

 





















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