“Racconto Frida Kahlo attraverso il suo amore con Diego Rivera”, intervista a Mirko di Martino
Di Francesco Gaudiosi
Al
Teatro TRAM dal 29 novembre al 2 dicembre ci sarà un grande ritorno di uno
spettacolo già apprezzato ed applaudito dal pubblico della sala del centro
storico: torna in scena lo spettacolo Frida Kalho, scritto e diretto da Mirko
di Martino, con la presenza di Titti Nuzzolese nei panni della celebre pittrice
messicana e di Peppe Romano in quella del suo grande amore, Diego Rivera.
Lo
spettacolo rientra nel progetto dedicato al racconto di alcuni tra i più
celebri pittori della Storia dell’arte intitolata Vissidarte, curata dallo stesso regista e direttore artistico del
teatro TRAM Mirko di Martino.
Di Martino, come
nasce Vissidarte?
Nasce
quattro anni fa grazie ad un progetto finanziato dal Comune di Napoli, con
l’intenzione di creare una rassegna che vuole raccontare le storie e le vite di
alcuni celebri artisti, specie pittori, della storia dell’arte. Come direttore
del TRAM, abbiamo poi cominciato a produrre spettacoli con questa impronta,
come nel caso di Frida Kahlo.
Perché ha scelto
Frida Kahlo?
Quando
cominciammo questa rassegna, sapevamo che ci sarebbe stato interesse per Frida
Kahlo. È un personaggio che mi incuriosisce, frutto di una ricerca che,
attraverso le biografie di Frida, ho trovato interessante da raccontare e da
portare a teatro.
Uno spettacolo che
nasce da una richiesta del pubblico.
Esattamente,
la richiesta ha suscitato poi immediatamente la mia curiosità nel voler
raccontare un personaggio così carismatico. È così che è cominciata tre anni fa
la volontà di mettere in scena questo spettacolo, molto applaudito dal pubblico
di Napoli, che torna al TRAM dopo già innumerevoli repliche.
Che regia ha
pensato per questo spettacolo?
Frida
Kahlo è uno spettacolo che vuole incentrarsi molto sul racconto tra Frida e
Diego Rivera. Ho voluto soffermarmi su questo aspetto sia perché lei ha vissuto
molto in funzione di questo rapporto, sia perché la scelta drammaturgica voleva
sottolineare nel suo amore per Rivera la sua incapacità di staccarsi da un
legame che per lei era indispensabile.
C’è anche un
collegamento con le sue opere?
Il
collegamento vuole esserci, ma ho deciso di non voler mostrare in maniera
evidente i suoi dipinti. All’interno del contesto drammaturgico ho immaginato
la figura di Frida che racconta al pubblico la storia delle sue opere. È una
scelta registica che vuole porre l’accento sulle emozioni e sul percorso
biografico che hanno portato poi Frida e creare quei dipinti. Lo spettacolo
vuole raccontare trent’anni di vita di una grande artista attraverso le sue
riflessioni, in una dimensione realistica e astratta allo stesso tempo.
Realistica poiché tutta basata su corrispondenze realmente avvenute e
provenienti da biografie che documentano la vita di Frida, astratta poiché i
personaggi parlano col pubblico, in una dimensione molto teatrale.
Dove sarà
possibile vedere Frida?
Di
recente lo spettacolo è stato a Foggia, al Teatro dei Limoni. Dopo le repliche
previste dal 29 novembre al 2 dicembre, data la richiesta di pubblico, sarà
nuovamente in cartellone nel mese di febbraio al teatro TRAM.
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