BRIGIDINA E LE ALTRE
A Livorno, nel giardino de Le cicale operose, l’incontro con la bellezza del femminile.
Servizio di Rita Felerico
Abbiamo rivolto alcune domande a Brigidina.
In che modo hanno fatto irruzione nella tua vita Penelope e Beatrice?
Penelope è
entrata nella mia vita molto tempo fa e l’antologia L’altra Penelope è frutto di un lungo lavoro di ricerca e di
traduzione. Beatrice è arrivata invece all’improvviso per una serie di strane,
fortuite ma belle coincidenze e anche per la sorellanza che mi lega a Floriana
Coppola. Quest’anno sono uscite quasi in contemporanea la nuova edizione de L’altra Penelope e la pièce teatrale Beatrice e Lei (entrambe per
Officinedizioni, 2021). Sono due libri diversissimi, dove protagoniste sono le
donne. Donne che con mezzi diversi fanno sentire chiara e forte la loro voce.
Donne che tessono, donne che tramano. La tela
di Penelope è infinita e non finirà mai di sorprendermi, di sorprenderci.
L’attesa, la metis, l’astuzia.
Beatrice ha dovuto aspettare cento anni per essere finalmente riconosciuta
non come l’amante di Amedeo Modigliani ma per il suo lavoro di giornalista e
saggista nonché per la sua scrittura poetica e narrativa. Ricordo che Beatrice
Hastings, incompresa e spesso denigrata dai suoi contemporanei è stata sempre
ricordata e/o menzionata perché fu l’amante di Amedeo Modigliani (1914 - 1916)
mentre Penelope è stata e viene ancora adesso quasi sempre ricordata come la
sposa fedele di Ulisse dimenticando - volutamente - il suo importantissimo
ruolo nella costruzione dell’opera e del mito. Entrambe sono donne che
assecondano astutamente gli accadimenti anche se a loro avversi riuscendo a
perseguire, lentamente ma inesorabilmente, la meta che si prefiggono.
Per tessere e stessere le attese Penelope ha usato il telaio, Beatrice la penna.
Qual è la 'qualità di queste due protagoniste che le giovani generazioni possono apprezzare?
La tenacia e
la perseveranza. Entrambe non si perdono d’animo mai. Saper aspettare senza
disperare è la loro forza. Come Penelope Beatrice non si è data mai per vinta.
La metis e cioè, usando le preziose parole di Corrado Bologna che ben la spiega, quella “capacità di aderire solidamente alla realtà in maniera complice, camaleontica, ambigua, duttile” perché “quella forza illusionistica, quell’astuzia e plasticità consentono la vittoria là dove nessuna soluzione o scioglimento si farebbe strada nell’intelletto comune”.
C.V.
Sono nata in aprile, il mese più crudele secondo T. S. Eliot, il
più dolce per Geoffrey Chauser, e sin da piccola ho avuto una particolare
fascinazione per la magia. I miei genitori erano del Cilento e mio nonno
paterno sapeva togliere il malocchio. Anche per questo, forse, subito dopo la
mia prima laurea ho perfezionato gli studi di antropologia culturale svolgendo
una ricerca sul campo in Messico e precisamente nel Chiapas, dove ho conosciuto
molti curanderos che mi hanno deliziato, e talvolta
terrorizzato, con i loro racconti sulla magia bianca e nera. In seguito ho
approfondito lo studio delle lingue ispanoamericane e sono ritornata nuovamente
in Messico con il “Progetto Penelope, la Donna e il Mito nella Scrittura
Ispano-Americana”. Da quel momento ho iniziato a tessere anche io insieme a
Penelope sul telaio della poesia, del racconto e del romanzo, della prosa
poetica e del teatro.
Amo scegliere le parole, tradurle in emozioni, e come
traghettatrice di parole sono stata invitata a parlare di trame, orditi e
traduzione in molte occasioni, in librerie, biblioteche e scuole: nelle
università di: New York, Salonicco, Siviglia, Granada e Porto Rico; la Escuela
Oficial de Idiomas di Cadice e i laboratori di scrittura creativa della Mid
Manhattan Public Library of New York e della Casa delle Donne di Trieste.
Scrivo romanzi, racconti, poemie, e ho vinto con le mie
creazioni anche qualche premio: sono particolarmente affezionata al primo
premio di poesia: “Ipazia” 2011 e al primo premio di narrativa “Mimosa” 2015.
Nel 2018, da una mia costola, è nata Ottawa G. che da personaggia è diventata
mia amica nemica, figlia, sorella, antagonista, insomma una donna intra e
indi/pendente. Se avete voglia di conoscere meglio sia me che Ottawa G.,
(insieme alle “nostre” creazioni, come, per esempio: Notturni à la carte; J’ai fatigué la salade. La vita è come
un’insalata; Kika. La tombola
della regina; Eros in
soffitta e altri ibridi; L’altra
Penelope. Tessere il mito; Beatrice e Lei. Psicodramma in tre atti e un finale),
vi invito a navigare in questo sito: www.leteledipenelope.com e anche in www.madamesalade.wordpress.com.
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