È scomparso il bravo scultore Antonio Nardulli, originario di Marigliano.

di Maurizio Vitiello

Nel 2020 e sino a tutt’oggi del 2021 molti protagonisti del mondo dell’arte, della cultura e del giornalismo sono scomparsi, chi per Covid-19 e chi per cause naturali. Abbiamo ricevuto la notizia della scomparsa, non per Covid-19, avvenuta il 30 aprile 2021, del bravo scultore Antonio Nardulli; il lutto ha colpito Marigliano, dov’era nato. L’interessante artista aveva ha partecipato, nel tempo, a rassegne nazionali e internazionali di un certo spessore. Rilevanti riviste del campo delle arti visive contemporanee sino sono interessate della sua attività e hanno scritto, tra i tanti: C. Barbieri, C. Esposito, G. Jacobbe, M. Maiorino, G. Sallustio, F. Trifuoggi, L. Vergine, P. Mancini, A. Ruggiero, E. Battisti, M, Bignardi, Grassi, C. De Angelis, A. Calabrese, E. Alamaro, D. Fusco, A.P. Fiorillo, M. Vitiello, A. Montano, A. Izzo, E. D'Agostino, ...

Marito della decana insegnante ora in pensione, Maestro, ha lasciato due figlie, Filly, docente del Primo Circolo Didattico di Marigliano, e Maria, architetto. Al “CIAC M 21” di Caserta, in via Mazzocchi 21, aveva esposto, su sollecitazione dell’artista-organizzatore Gabriele Marino, che programmava le mostre. In questi giorni, si riscoprono nel suo studio-archivio foto, articoli, pezzi nascosti o dimenticati. Una sua opera, interpretativa di un bambino, in bronzo, fu situata nella “Villa Comunale” di Marigliano, per celebrare l'infanzia.

È stata recuperata la copertina della rivista “IL RISVEGLIO”, dell’Aprile 2000, che riproponiamo in foto a corredo. L’artista mariglianese lavorava, plasmava sculture in pietra, che rimandavano una sublimata arcaicità. Gli piaceva dividere, ripartire, scindere, spezzare e incidere qualsiasi materia, ma di più il tufo, in particolare. In tranquillo silenzio operava nel suo studio, accrescendo la teoria di sculture che guardavano al passato. Respiri, aliti e fiati arcaici seminavano la sua opera e le sue elaborazioni, di evidente e forte validità segnica, caricavano di istanze semantiche le icasticità storicizzanti. Tutto il suo iter artistico è stato compatto, unito, compatto, congruo. Riteniamo opportuno, ma anche utile, dopo una ricerca a ritroso, riproporre un nostro testo, del 1996, efficace nelle disamine analitiche: “Abbiamo avuto la possibilità di conoscere Antonio Nardulli alla mostra "Identità Plastiche", allestita a Marcianise (BN), nell'estate del 1996. È un artista sensibile che lavora, da molti anni, la pietra e da fine scultore intende proseguire studi sulle possibilità estetiche di vari materiali, tra cui, in particolare, il tufo. Ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Napoli e ha insegnato all'Istituto Statale d'Arte di Cerreto Sannita e a quello di San Leucio di Caserta, nonché al Liceo Artistico Statale di Napoli. Dal 1957 è operativo ed ha partecipato a numerose collettive, rassegne e a diverse manifestazioni artistiche. L'abbiamo rivisto a Caserta all'ultima sua personale al Centro Iniziative Artistiche Culturali "Raffaele Soletti", spazio ottimamente coltivato e diretto da Gabriele Marino. Il forte interesse che dimostrano artisti di varie latitudini per la scultura ci fa comprendere che l'estetica volumetrica non rasenta più i margini dell'estrinsecazione della forma. Nell'attuale contesto visivo campano l'opera di Antonio Nardulli si pone in evidenza e sostanze positivamente il percorso della scultura, nonché i suoi variegati accenti e le sue più coerenti manipolazioni. Le ultime interessanti opere di Nardulli risultano sintesi di una raggiunta e felice maturità artistica. Nelle sue sculture abbiamo la possibilità di cogliere prontamente la misura dell'uomo. Nella loro concretezza siglano annotazioni sincere, e, talvolta, severe, di ieratica bellezza e conquistano perché attingono da un'etnostoria ben consolidata, quale quella magnogreca. Ridefiniscono e ridisegnano presenze che hanno attraversato la storia e il mito. In una voluta verticalità, stratificata a sezioni, ragguaglia tensioni e richiami assoluti. In una visione allertata e consapevole sviluppa allusioni e, cosi, rimanda a riflessi di epoche passate, che ancora ingannano il contemporaneo. Ogni lavoro, estrapolato dal tufo, che poi è inchiostrato da sagge e segrete misture, preparate con vari ingredienti e soluzioni, quasi rende presenze fauste, tradizioni orali e sapori della natura. È nella capacità dell'artista rimandare, confinare, sintetizzare figure fortemente rappresentative di una classicità che spazia dalla mediterranea alla mediorientale, da quella sacra a quella profana. Ogni opera di Antonio Nardulli è memoria di un tempo, salvataggio dall'oblio, nonché ritrovo di vissuti. Antonio Nardulli seziona e incide il tufo e raccoglie argomenti, dagli afflati arcaici alle duttili ironie, e rammenta nelle elaborazioni segniche persistenze semantiche, inossidabili nella loro carica di valori.”

 

Ecco alcuni premi e riconoscimenti ricevuti:

1° Premio di scultura "Cementir" - Napoli 1959;

1° Premio di scultura "Olivetti" -Napoli 1960;

1° Premio di scultura Mostra Regionale d'Arte Figurativa - Nola 1960;

Medaglia d'Oro del Ministro dei LL. PP. - Napoli 1960;

Premio V. Gemito - Napoli 1968 (segnalato dalla giuria);

Alloro d'Argento 8^ Biennale d'Arte Sacra Tematica - Torre del Greco (NA) 1975;

1° Premio 11a Biennale Nazionale d'Arte Sacra Tematica - Torre del Greco (NA) 1980;

1° Premio Concorso di Arti Figurative "Città di San Giorgio", S. Giorgio a Cremano (NA) 1984;

(Vincitore di un concorso in Germania per l'esecuzione di un monumento a un pittore tedesco scomparso);

Premio Speciale per la scrittura Città di Marigliano - Settembre 2004.


 Ecco alcune delle collettive a cui ha partecipato:

1957: Mostra di disegno - Città di Tortona (AL);

1958: III Mostra d'arte Giovanile, Roma (invitato)

1960: Premio Olivetti per la scultura, Napoli;

1973: Premio Marche;

1980: 8^ Biennale Nazionale d'Arte Sacra Tematica - Torre del Greco (Na);

1980: I° Incontro Scultori e Pittori a Sant'Agnello (Na)

1982: Mostra di Scultori Campani, Cava dei Tirreni (Sa);

1983: Mostra di 20 scultori Contemporanei - Villa Guariglia - Vietri sul Mare (Sa)

1984: "Scultori Campani, Presenze Contemporanee" - Giardini di Villa Guariglia - Raito (SA);

- Guardia Sanframondi (BN)

- Liceo Artistico di Napoli

Nel 1963 ha realizzato il monumento in onore a Maria SS. delle Grazie a Cerreto Sannita

(BN);

Nel 1988 il monumento a Casa Maiorana - Rocca Gloriosa (SA);

Nel 1988 ha realizzato il monumento a S. Francesco - Chiesa dei frati di Cerreto Sannita (BN);

19 Marzo 2000 - Monumento al bambino - Villa Comunale di Marigliano (Na).

 

Siamo quasi in conclusione, e ci piace credere che la memoria di Antonio Nardulli non andrà dispersa; sarebbe oltremodo valido e significativo generare un’attenzione su quest’artista, sempre rigorosamente defilato. Quest’artista ha lasciato un cospicuo numero di opere magiche e particolari. Ne vedremmo una dozzina in una prima retrospettiva, tanto per fermarne il ricordo. Merita un’esposizione che possa degnamente delineare, sinteticamente, il suo percorso operativo. La sua semplicità e il suo rigore li ha sempre condivisi nella più regolare moderazione. Molti artisti s’appartano, ma seguono le vicende del mondo e le visitano in senso telescopico. Opere d’indubbio valore sono da rimettere in gioco e meritano una promozione mediatica. Il suo defilarsi era motivato da un carattere riservato, più che aspro; le sue presenze sono state numerose, ma potevano essere ancor di più. Lavori emblematici e nettamente significativi sono da porre all’attenzione di tanti giovani. I suoi insegnamenti sono serviti a tanti suoi allievi, anche scultori, tra cui Ernesto Pengue, che l’ha ricordato con affetto e stima. Da didatta e maieuta agiva a favore dei suoi discenti. Ha parlato e comunicato su onde del passato per cavalcare il presente e trapassare il futuro.

Le sue figurazioni attraversano il tempo.

 

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