Seminare amore. Il vicolo della cultura come un giardino.

di Rita  Felerico 

Il titolo può apparire sdolcinato, il tono romantico, di quel bianco e nero da antica cartolina ingiallita, ma non è così. Ne spiego il perché. Nonostante la pandemia, i ragazzi della compagnia Putéca Celidònia non hanno mai abbandonato i giovani adolescenti allievi del laboratorio di teatro da loro attivato ormai da più due anni nel Rione Sanità, **in vicolo Montesilvano, a Napoli. Con l’iniziativa D.A.D. – Dimenticati A Distanza – per esempio, da poter seguire alla loro pagina facebook, hanno realizzato c-on gli allievi, trasformati in intervistatori, incontri / interviste ad attrici, attori, uomini di cultura e, sempre via piattaforma, nei periodi più bui del lockdown hanno stabilito un contatto con loro, parlando di teatro, di sogni e di progetti. Il vicolo della cultura, inaugurato due anni fa, dove affacciano i balconi dei due locali- quelli di Opportunity- che sono sala prove, piccola biblioteca, laboratorio di corsi, non ha comunque mai smesso di vivere. La cultura non si ferma: i libri hanno continuato il loro viaggio nelle edicole create per ospitarli, un prendere e dare in ciclo continuo, disseminate nel vicolo meravigliosamente sono rimaste intatte, anzi sono divenute punto di riferimento nei momenti tristi per gli abitanti e i ragazzini del quartiere, privati del loro teatro e a volte in forte difficoltà di comunicazione per mancanza di computer o linea internet.

Il 9 maggio u.s., giorno baciato dalla gioiosa luce di un caldo sole primaverile, Festa della Mamma e degli uccelli migratori, Putéca ha voluto di nuovo far sentire la sua presenza in quel vicolo con una originale iniziativa, per continuare a dialogare con Matteo, Noemi, Vincenzo, Francesca e altri prima della pausa estiva. Si sono ispirati al loro nome.  Celidònia, chelidonium majus, è una pianta selvatica, di un tenero color giallo, cresce in zone abbandonate, lungo le siepi, nei boschi e in luoghi ombrosi. Alcuni studiosi fanno derivare il nome dall’espressione latina coeli donum, ossia dono del cielo, in quanto la pianta era ritenuta magica, dotata di poteri soprannaturali.  Secondo altri, invece, il nome deriverebbe dal greco Chelidòn, che significa rondine, perché non solo la pianta fiorisce con l’arrivo di questi uccelli, ma le mamme rondini hanno l’abitudine di strofinare i rametti della pianta sugli occhi dei nuovi nati per favorirne l’apertura. Un miracoloso nettare, un gesto simbolico per la mission stessa di Putéca.  Ecco così che tanti sacchettini di cotone, colmi dei semi di Celidònia, sono stati affidati nelle mani delle ragazze / i del laboratorio di teatro i quali, insieme ai loro insegnanti, hanno piantato i semi in vasi che sono andati ad arredare le edicole già poste sulla strada.

Il progetto è quello di dotare tutti i balconi del vicolo della magica Celidònia, nella certezza che possa crescere rigogliosa, tanto da far parte della scenografia del prossimo festival ‘A voce d’’o vico, edizione di successo interrotta solo lo scorso 2020, che vedrà come sempre impegnati i ‘giovanissimi attori’ e molti famosi volti dello spettacolo. Ecco perché ‘seminare amore’; è un gesto, un pensiero, un’azione che rende concreta la volontà di condividere un’esperienza non solo educativa ma di responsabilità. Il vicolo, i ragazzi del vicolo saranno ‘responsabili’ della vita della piantina, come del loro impegno nel voler continuare ad imparare a far teatro, nel coltivare il piacere della lettura, nel comunicare sogni e progetti per il futuro, partecipando e condividendo insieme l’efficacia e il valore della bellezza e della spontanea creatività.   Seminare per risvegliarci diversi dopo il sonno pandemico, per non dimenticare che siamo ancora in ascolto non di una speranza, ma di una comune certezza di obiettivi.

L’amore per il teatro è anche questo, è amore per la vita, è seme amoroso che si sparge e coltiva una disciplina dei desideri per continuare a credere di poter veramente scrivere la storia, le nostre storie in altro modo. 

 














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