“Inchiostro” il primo racconto/favola di Lino Guanciale, illustrato da Daniela Volpari ed edito da Round Robin.
Nell’ambito degli “Incontri con l’autore”, a cura de La Feltrinelli Napoli, a FOQUS lo scorso 4 maggio Lino Guanciale ha presentato “Inchiostro”, il suo primo racconto / favola illustrato da Daniela Volpari ed edito da Round Robin
Di Rita Felerico
Parole
che riassumono il senso di questo racconto/ favola che i disegni di Daniela non
illustrano ma rendono più immaginifico e reale.
Putéca Celidònia, la compagnia di giovani attori che al Rione Sanità
hanno saputo creare una realtà formativa ed educativa occupando due piccoli
spazi confiscati alla camorra, è stata scelta da Lino Guanciale per presentare
il racconto. Si sono conosciuti proprio durante la pandemia, quando Putéca riuscì a dare vita ad una rubrica DAD
– dimenticati a distanza – appuntamenti via internet fra i ragazzi della Sanità,
che per la pandemia non potevano frequentare il laboratorio di teatro, ed
attrici / attori disposti a dialogare. Fra
questi anche Lino, che ha poi continuato ad avere contatti con Putéca e il loro
vicolo della cultura.
Emanuele
parla dello stile della scrittura, che richiama quella del teatro, perché come nel teatro Lino dà vita a
racconti da altri racconti, a immagini da altre immagini. Anzi, si crea una
costruzione per immagini, una griglia, un gioco, con i materiali verbali di
queste immagini. In ciò che scrivi ci sei tu, conclude Emanuele, tu e il
tuo palcoscenico dei sogni. Del resto, è a Calderon de la Barca
che il libro è dedicato.
Clara
parla della dimensione del sogno, del confine labile che divide il sogno dalla
realtà, di come la nostra sia una realtà sognante.
Inchiostro permette a Clara di credere nei sogni, alla
loro effettiva vita reale e Lino conferma definendo i sogni come specchi, il
sogno apre orizzonti. Scrive: “In questo paradossale gioco di
specchi, gli unici volti diversi dal suo sono quelli incrociati nel viaggio
fino a lì..” E Clara racconta una sua
personale esperienza.
E Lino
parla di haiku, pensava quando scriveva alla loro forza di innescare pensieri
ed immagini e
rispondendo alla giovane
Benedetta che gli chiede della paura più grande che abbia
mai provato nel navigare in questa vita, Lino rimanda alla bellezza e
all’importanza del riscrivere se stessi e descriversi, nel continuo del viaggio
che è l’esistere.
E questo lo
ritroviamo nella risposta data da Ilaria, una allieva di Putéca, che gli chiedeva
come mai avesse scelto come protagonista una donna. Come ha fatto a vestire i panni di una donna. Risponde: “La decisione di scegliere
come protagonista una donna, è nata non da una
decisione presa a tavolino, ma è nata spontanea, perché il cambiamento è Donna
“.
Il suo
legame con Napoli? chiede
una donna del pubblico, con la
storia della città? Si rende ancora più solido e vivo; non solo ha girato famose
fiction da interprete nella città, ma ha scelto Putéca Celidònia come
interlocutore, un esempio di rigenerazione urbana come il luogo che ospita la
presentazione, il Foqus, ma
ancora di più è forte quando dichiara di aderire e sentire sulla pelle
questi giorni di emozionante scudetto. Una
città unica.
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